Mi immagino te da giovane, una ragazza splendida, con uno sguardo avevi in pugno il cuore del malcapitato di turno, avevi frotte di ammiratori, di spasimanti, di amanti... e di sfruttati.
Ti piaceva aver tanto seguito, come una principessa, tutti volevano soddisfare i tuoi bisogni, i tuoi istinti, i tuoi capricci, in cambio anche solo di un sorriso.
Come ti sei ridotta a prendere l'autobus, principessa?
Lo immagino... magari hai scelto male, oppure benissimo, a seconda del modo di vedere la scelta, e ti sei ritrovata con un uomo che ti ha coperta d'oro, donandoti però tanto di quel vuoto da non poter più sopportare la tua stessa vita, allora hai deciso di rinunciare all'oro, in cambio della vita. Hai gettato la spider, la villa, la piscina, il ricco e vuoto per ritrovarti sola, indipendente, libera. Sola, terribilmente sola, una solitudine che tu non potevi sopportare. Ovvio, eri abituata ad essere sempre coperta dalle attenzioni di tutti, la maggior parte delle quali ti potevi permettere di respingere cordialmente o meno, buffo pensare che quasi tutti gli uomini che hai respinto nella tua vita erano i più sinceri, ma tu non potevi saperlo, o non te ne importava nulla, abbagliata dal luccichio dell'oro.
Cosa sarà successo poi?
Un incontro fatale, un uomo non più facoltoso, ma bello, un uomo che ti faceva sentire bella anche solo passeggiando al tuo fianco. La sua povertà era compensata dalla sua tremenda avvenenza. Sei stata di nuovo felice, ma è durata poco, perchè lui era un playboy e dopo la nona notte sotto le lenzuola ha preso il volo ed è sparito tra i tuoi ricordi di ragazza tradita.
Ti guardo, donna alla fermata dell'autobus, e penso che alla fine l'hai ritrovato, quel ragazzo bruttino e imbranato, ora sarà un banale impiegato, o un telefonista di call center da ottocento euro al mese. Rimpiangi la Spider, la villa, i gioielli, ora vai a piedi, aspetti l'autobus sotto la pioggia, fai fatica ad arrivare a fine mese, i compromessi con la vita sono stati più forti della tua bellezza.
Ti ho guardata ancora dal retrovisore, prima di vederti svanire, rimpicciolita dalla prospettiva. Le donne non dovrebbero mai aspettare l'autobus.
Mi piace pensare che il tuo uomo, quello bruttino e imbranato, al ritorno dal suo ufficetto da precario medio, ti porti una rosa ogni giorno, e che ti basti questo per capire che avresti potuto sceglierlo tanto tempo prima, risparmiandoti l'umiliazione del compromesso.
Spero che tu sia felice, donna alla fermata dell'autobus.
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